Credito d’imposta fino al 20% per investimenti al Sud
Al fine di favorire la ripresa delle imprese del Mezzogiorno, la Legge di Stabilità 2016 prevede un incentivo nella forma del credito di imposta per l’acquisizione di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.
Il credito d’imposta potrà essere utilizzato per gli investimenti di PMI e grandi imprese nel Sud Italia effettuati a partire dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2019.
Destinatari della misura agevolativa sono tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla natura giuridica assunta, ad eccezione delle imprese in difficoltà finanziaria e di quelle appartenenti al settore creditizio, finanziario e assicurativo.
Il credito d’imposta
Il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi opera in misura differenziata in relazione alle dimensioni aziendali: 20% per le piccole imprese, 15% per le medie imprese e 10% per le grandi imprese.
Per le imprese agricole attive nella produzione primaria, della pesca e dell’acquacoltura, della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e della pesca e dell’acquacoltura, ove acquistino beni strumentali nuovi, le agevolazioni in esame sono concesse nei limiti e alle condizioni previste dalla normativa europea in tema di aiuti di stato del relativo settore.
Danno diritto al credito d’imposta gli investimenti facenti parte di un progetto di investimento iniziale relativi all’acquisto, anche tramite leasing, di macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive nuove o già esistenti.
Il credito d’imposta non si applica alle imprese in difficoltà finanziaria e a quelle operanti nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia, delle infrastrutture energetiche, del credito, della finanza e delle assicurazioni.
Limiti di spesa
È individuato il limite massimo per ciascun progetto di investimento agevolabile, distinto per dimensioni aziendali: l’agevolazione è commisurata alla quota del costo complessivo degli investimenti eccedente gli ammortamenti dedotti nel periodo d’imposta relativi alle stesse categorie di beni d’investimento della stessa struttura produttiva, esclusi gli ammortamenti dei beni oggetto dell’investimento agevolato, nel limite massimo di 1,5 milioni di euro per le piccole imprese, di 5 milioni per le medie imprese e di 15 milioni per le grandi imprese.
Il credito d’imposta non è cumulabile con gli aiuti de minimis e con altri aiuti di stato che abbiano ad oggetto gli stessi costi.
Esempi di calcolo del bonus
Caso 1 start up di piccola dimensione costituita nel 2016
– macchinari agevolabili: 500.000 euro
– ammortamenti per macchinari nel bilancio 2016, eccetto per i beni agevolati dal bonus: 0 euro
– importo su cui calcolare il bonus: 500.000 euro (nessuna decurtazione)
– bonus spettante (20%): 100.000 euro
Caso 2 piccola impresa già esistente con ammortamenti contenuti
– Macchinari agevolabili: 500.000 euro
– Ammortamenti per macchinari nel bilancio 2016, eccetto per i beni agevolati dal bonus: 100.000 euro
– Importo su cui calcolare il bonus: 400.000 euro (500.000-100.000 euro)
– Bonus spettante (20%): 80.000 euro
Caso 3 piccola impresa già esistente con ammortamenti consistenti
– Macchinari agevolabili: 500.000 euro
– Ammortamenti per macchinari nel bilancio 2016, eccetto per i beni agevolati dal bonus: 400.000 euro
– Importo su cui calcolare il bonus: 100.000 euro (500.000-400.000 euro)
– Bonus spettante (20%): 20.000 euro
Caso 4 piccola impresa già esistente con ammortamenti maggiori rispetto all’investimento agevolabile
– Macchinari agevolabili: 500.000 euro
– Ammortamenti per macchinari nel bilancio 2016, eccetto per i beni agevolati dal bonus: 600.000 euro
– Importo su cui calcolare il bonus: 0 euro
– Bonus spettante (20%): non essendoci eccedenza non spetta alcun bonus
Come vediamo dagli esempi sopra indicati per il medesimo investimento, un’impresa, a seconda degli ammortamenti presenti in bilancio, può passare da un bonus di 100 mila euro ad un bonus di 20 mila euro o addirittura non avere diritto a richiedere l’agevolazione (caso 4).
Modalità di utilizzo
I soggetti che intendono avvalersi del credito d’imposta devono presentare apposita comunicazione all’Agenzia delle entrate.
Le modalità, i termini di presentazione e il contenuto della comunicazione verranno stabiliti con provvedimento del direttore dell’Agenzia medesima, da emanare entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di stabilità. L’Agenzia delle entrate comunicherà alle imprese l’autorizzazione alla fruizione del credito d’imposta.
Il bonus è utilizzabile esclusivamente in compensazione e deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi. Non si applica il limite annuale di utilizzo di 250 mila euro. Sono previste delle ipotesi in cui il credito è ridotto in caso di mancato funzionamento degli impianti agevolati. In particolare, se i beni non entrano in funzione entro due anni dal loro acquisto, il credito è ridotto escludendo il loro costo. Parimenti il credito è ridotto se i beni sono dismessi o destinati ad altre strutture produttive prima di cinque anni dal loro acquisto.
Per i beni acquisiti in leasing l’agevolazione permane anche nel caso in cui non viene esercitato il riscatto. Qualora a seguito dei controlli si accerta l’indebita fruizione del credito d’imposta l’Agenzia delle Entrate provvede al recupero del relativo importo maggiorato di interessi e sanzioni.
Clausola anti-abuso
Per evitare abusi, è previsto che l’agevolazione venga rideterminata «se, entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello nel quale sono entrati in funzione, i beni sono destinati a strutture produttive diverse da quelle che hanno dato diritto all’agevolazione». Questo obbligherà al mantenimento dei beni nelle aziende del Mezzogiorno.
Qualora a seguito dei controlli si accerta l’indebita fruizione del credito d’imposta l’Agenzia delle entrate provvede al recupero del relativo importo maggiorato di interessi e sanzioni.
Il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno è subordinato al rispetto della normativa europea sugli aiuti di stato.