Il meccanismo dello split payment, introdotto dalla Legge di Stabilità 2015 inserendo il nuovo art. 17-ter nel D.P.R. n. 633/1972, inverte gli obblighi di versamento dell’imposta, relativamente ai rapporti con gli enti pubblici, dal cedente/prestatore allo stesso ente pubblico.
L’ente pubblico quindi non verserà l’Iva al proprio fornitore, come normalmente avviene nei rapporti commerciali, ma la verserà direttamente all’Erario con modalità e termini che verranno fissati da apposito provvedimento.
Tale nuova disposizione, soggetta alla conferma dell’Unione Europea, è applicabile a far data dal 1° gennaio 2015. In particolare è stato specificato che il meccanismo trova applicazione alle operazioni per le quali l’esigibilità dell’imposta si verifica a partire dal citato 1° gennaio, in tal modo risultano escluse dallo split payment tutte quelle operazioni già fatturate all’ente pubblico alla data del 31/12/2014 la cui esigibilità di imposta non si sia ancora verificata.
La normativa esclude dallo split payment le operazioni che vedono l’ente pubblico debitore d’imposta per effetto dell’applicazione del reverse charge (naturale citare quindi anche i casi di nuova applicazione del reverse, quali le prestazioni di servizi di pulizia, di servizi di demolizione, di servizi di installazione di impianti e di completamento relative ad edifici), e i compensi per prestazioni di servizi assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta sul reddito.
Dal punto di vista pratico nella fattura emessa in relazione alle operazioni poste in essere con gli enti pubblici, per le quali trova applicazione il meccanismo dello split payment, occorrerà specificare che l’Iva non verrà incassata dal cedente ai sensi dell’art. 17–ter del D.P.R. n. 633/1972.
La fattura sarà emessa nel formato elettronico o cartaceo a seconda della normativa vigente.
L’ente pubblico provvederà al pagamento dell’imponibile al fornitore, mentre l’Iva addebitata in fattura dal cedente/prestatore verrà versata direttamente dall’ente pubblico all’Erario.
Diversi gli effetti sull’azienda fornitrice, in primis l’aumento del credito iva, non potendo più compensare il debito.
In secondo luogo, sarà necessaria una diversa metodologia di formazione del documento fattura e di registrazione contabile e questo, nelle aziende, richiederà un aggiornamento del software.
Si ritiene comunque che, in attesa di chiarimenti, l’imposta vada comunque annotata nel registro delle vendite (senza concorso nella liquidazione periodica) e, dal punto di vista di registrazione contabile, si debba provvedere allo storno della stessa dal credito verso il cliente.
Facciamo un esempio, ipotizzando si emetta fattura per euro 10.000,00 + Iva aliquota 22%
Contabilmente occorrerà registrare la fattura emessa come si fa usualmente:
Crediti v/clienti ente pubblico a Diversi 12.200,00
a Merci c/vendite 10.000,00
a Iva sospesa split payment 2.200,00
e successivamente l’Iva che verrà versata secondo il meccanismo dello split payment andrà stornata dal credito acceso verso l’ente pubblico:
Iva sospesa split payment a Crediti v/clienti ente pubblico 2.200,00